Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/200

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conta. Avere vent’anni e sentirsi i padroni del mondo; tutto il resto è follìa.

— Oh, io non sento così alto di me! E non credo neppure che avere vent’anni o ventidue costituisca da sè una così grande felicità. Forse me ne avvedrò col tempo. Dev’essere una di quelle scoperte a cui ella accennava. Ma eccoci nuovamente alla mia casa. Cavaliere, i miei rispetti.

Egli le prese la mano e la strinse forte.

— Ancora una parola: io la forzerò a credermi. E quando mi crederà, è vero che acconsentirà ad amarmi?

— Se le crederò veramente, può darsi...

— Grazie. Ancora una stretta di mano. Grazie. A rivederla.

E con un profondo inchino e una cerimoniosa levata di cappello, egli la lasciò finalmente.

Maria salì le scale tutta vibrante, ripensando a quelle parole: „la forzerò a credermi“ che risonavano dentro al suo petto.

„Mi forzerà a credergli? Cosa farà?...“

Di sopra ella trovò Erminia e Giorgetto che piangevano nel corridoio.

— Cosa c’è? Perchè piangete?

Nessuna risposta, ma un più formidabile scoppio di singhiozzi.

— Dov’è la mamma?... Dov’ è l’Angelica?

Le venne incontro la Caterina con le mani piene di fiori.