Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/322

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III.

La mattina del giorno fissato, Antonietta si alzò presto e si vestì per uscire, senza aprire le finestre per non risvegliare Maria che dormiva ancora. Ma non le resse il cuore di allontanarsi senza darle un bacio. Si accostò al lettino e posò le labbra sulla fronte bianca della sua amica.

— Chissà se ti rivedrò! — mormorò quasi inconsciamente.

Maria si risvegliò di soprassalto.

— Cos’è?... Dove vai?...

— Taci. Ho promesso a Isidoro di trovarmi sullo stradone per dirgli addio. Mi ha tanto pregata!

— O Antonietta!... Antonietta!... Come ti sei cambiata!... Non ti riconosco più.

— Neppure io mi riconosco. Cosa ci vuoi fare? Addio, Maria.

— Aspetta che mi vesto, ti accompagno.

— No, no. Gli ho promesso di esser sola. Non accorarti. Pensa: se morisse, laggiù, e che io non gli avessi concesso questa consolazione?... Sarebbe orribile...