Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/354

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I pensieri più disparati si agitavano nel suo cervello.

— Crede di salvarla? — domandò allo studente.

— Salvarla?... Chi può sapere? Certo non è morta e presto ritornerà alla conoscenza. Ma poi? Nessuno può dire cosa avverrà. Aspetto ansiosamente un chirurgo: io non sono che uno studente di medicina.

Antonietta sospirò.

— Si sveglia!

— Sì. Sarebbe bene ch’ella non vedesse così subito il cadavere del suo compagno.

Paolo si rivolse all’albergatore che era rimasto sulla soglia e lo pregò di aiutarlo a trasportare il povero Isidoro in un’altra camera. L’albergatore obbiettò che prima di trasportarlo bisognava attendere la visita della questura. Mentre essi parlavano, Antonietta aprì gli occhi e vide il corpo del suo diletto disteso sul divano, così pallido, così inerte. Un debole grido le uscì dal petto. Fece uno sforzo per alzarsi, ma non potè. Ricadde sui guanciali semisvenuta.

Arrivò finalmente il chirurgo; poi un delegato, un giudice, alcune guardie. Tutti i presenti furono interrogati; fu steso un verbale. Antonietta errava tra la morte e la vita sotto la mano del chirurgo che cercava la palla omicida nelle carni martoriate.

Quando gli uomini della legge se ne andarono, il morto fu trasportato in un’altra camera; e il