Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/381

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vero ciò, che se non mi sposate dentro l’anno dalla sua morte, non avrete nulla, come non avrò nulla io. È possibile che questo pensiero non vi scuota, non vi convinca?

Dopo un istante di silenzio, Maria replicò con voce ferma:

— No, signore: non mi commuove e non mi convince.

E, inchinatasi leggermente, si scostò da lui, andando verso l’uscita. Ma Faustino Belli aveva osservato che ella tremava e che il pallore delle sue guance era notevolmente aumentato.

— Maria, Maria, voi fate la mia infelicità e la vostra pure! È un delitto questo, uno di quei delitti che i giovani commettono per esaltazione e poi rimpiangono per tutta la vita.

— Io non rimpiangerò nulla, ne sono certa. L’ideale mio è diverso: le sue sapienti combinazioni mi lasciano fredda.

— Non è vero! Tu sei commossa, tu tremi, angelo mio!... Ascolta il tuo cuore, che batte per me... Abbi pietà di noi, non condannarci alla disperazione... Ascolta l’amor mio.

Egli le si era accostato, allungando le braccia per cingerla alla vita, per serrarla contro il suo petto.

Ella indietreggiò, con un gesto d’orrore.

— Se mi tocca, grido! E guai a lei... guai a lei!

Bianco come lo sparato della sua camicia, Faustino Belli lasciò cadere le braccia.