Pagina:Speraz - Signorine povere.djvu/43

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La faccia ossuta e caratteristica di Angelica si oscurò ed i suoi occhi grigi lampeggiarono.

Niente affatto, ella non ascoltava alle porte: aveva sentito per caso, traversando il corridoio. Insomma, l’importante era che ci andavano.

Del resto, lei aveva subito capito che c’era qualcosa di nuovo solo a vedere il viso dell’Eugenia, lungo e scuro da quindici giorni, diventare a un tratto rotondo e bianco e rosso come una mela.

La curiosità entrava a poco a poco nell’animo di Maria.

— Come si vestono? — domandò.

Angelica sapeva ed era felice di raccontare.

La mamma in raso nero, il suo abito solito delle grandi occasioni, con un gran domino di raso giallo. Eugenia ha un costume di savoiarda. Vanno a vestirsi dalla Bergamini. Devono entrarci anche gli Ermondi e Luciano Monti.

— E tuo padre? e Riccardo?

— Non sanno niente, ma io li avvertirò.

— Guardatene bene.

— Perchè?

Maria prese la sua cuginetta per una mano e se la fece sedere accanto, guardandola dolcemente.

Poi, cercò di convincerla con parole calde e affettuose che non doveva commettere quella brutta azione. Suo padre si sarebbe inquietato,