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178 | la dama della regina |
ma non vedovano sempre il vero: non vedevano la noia, la stanchezza di Bianca. La gelosia li abbagliava e mostrava a quei poveri occhi, troppo avidi di scoprire la verità, i crudeli fantasmi delle sue febbri. Invano Bianca gli sorrideva di tratto in tratto, invano gli rivolgeva teneri sguardi. Una volta ella s’accostò a lui e dolcemente gli domandò perchè non ballasse più.
— Volete ballare con me?.. Sono libera...
Egli, fissandola con occhi torbidi e cipiglio feroce, le afferrò una mano e mormorò con voce fremente di passione:
— Venite con me, Bianca!... Andiamo via!..
— Dove?..
— Fuori, nella notte....
_ Oh!.. Vi sembrano proposte da farmi?..
— Allora.. niente! — E le voltò le spalle.
La dama stette un momento incerta, quasi atterrita; poi, vedendo che egli continuava a guardare da un’altra parte, si allontanò. Saint-Morlain le si fece incontro sorridente e le porse il braccio. Di botto Ettore si voltò, e la vide allontanarsi al braccio dell’ufficiale. Fu il tracollo; invaso da un impeto folle, fece qualche passo verso di lei con le braccia protese per afferrarla, per buttarla a terra, per batterla.... Dio! come la odiava!.... Un barlume d’intelligenza lo arrestò: ebbe orrore di sè: si voltò di scatto