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corsero per sostenere il ferito; ma non poterono che sollevare un cadavere. Era morto sul colpo il prode veterano, come aveva sempre sognato, come non sperava più, per la sua patria, con una palla nel petto.

— È morto il capitano Gori!

— Lo hanno assassinato!...

La tragica notizia si diffuse subito destando una grande costernazione e un fremito di collera. Chi era stato l’uccisore? Nessuno sapeva. I più credettero che il colpo fosse partito dal gruppo dei democratici e questi, sebbene innocenti, pensarono bene di disperdersi.

Grandiosi funerali furono fatti al nobile veterano. Tutto il paese accompagnò la salma fino al cimitero che era piuttosto lontano. Là, presso la tomba di famiglia trovarono Ettore Almerighi vestito a lutto. Il suo giardiniere, già fin dal mattino, aveva portato in città e deposto sulla bara una immensa corona di frondi di quercia e d’alloro intrecciate al mirto ed ai semprevivi Ettore Almerighi appariva trasformato. Una severità insolita gravava la fronte del fiero giovine dalle ardite eleganze, dalla eccezionale bellezza: le pupille fulminee erano velate di lagrime.