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L’anima (mens) non è così che l’aspetto cosciente delle affezioni del corpo; la quale può riflettere in sè le altre cose appunto in quanto nei processi corporei confluiscono, insieme con le attività proprie del corpo, anche le attività delle cose che entrano con esso in rap­porto. Da questa concezione, che fa quasi dell’anima l’ombra cosciente del corpo, nasce talora alla psicologia di Spinoza un leggero colore materialistico. Ma bisogna ricordare che i due aspetti sono, sebbene pa­ralleli, indipendenti ed equivalenti. D’altronde nella teoria della conoscenza e nel processo della liberazione l’aspetto spirituale riprende i suoi diritti e l’aspetto corporeo è lasciato quasi nell’ombra. — Il parallelismo si estende a tutta la natura: tutto perciò, sebbene in diverso grado, è animato e vivente.

Da ciò che precede noi non conosciamo solo che la mente umana è unita al corpo, ma anche che cosa dobbiamo intendere per unione della mente e del corpo. Però nessuno potrà com­prendere adequatamente cioè distintamente questa unione se prima non conosca adequatamente la natura del nostro corpo. Poichè ciò che abbiamo finora detto ha valore universale e si riferisce egualmente all’uomo come alle altre cose, le quali sono tutte animate, benché in grado diverso. Perchè di ogni cosa vi è necessariamente in Dio un’idea, della quale Dio è causa, come vi è l’idea del corpo umano1: e perciò ciò che abbiamo detto dell’idea del corpo umano deve necessariamente dirsi del­l’idea di qualsivoglia cosa. Però non possiamo negare che le idee differiscono tra sè come i rispettivi oggetti e che l’una è più eccellente dell’altra e contiene in sè più di realtà secondo che l’oggetto dell’una è più eccellente dell’oggetto dell’altra e contiene in sè più di realtà: epperò a determinare in che la mente umana differisca dalle altre e sia più eccellente ci bi­sogna conoscere la natura del suo oggetto, cioè del corpo umano. Ma io non posso qui, nè è necessario, addentrarmi in questa spiegazione. Dico solo genericamente questo che quanto più un

4 - B. SPINOZA, L'Etica.

  1. Il contesto esige evidentemente la lezione dell’ed. orig. «idea» e non la correzione «ideæ» tolta dall’antica traduzione olandese.