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Pagina:Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu/118

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CCVII

Libera dal primo amore, cerca un affetto piú temprato.

     Poi che m’hai resa, Amor, la libertade,
mantiemmi in questo dolce e lieto stato,
sí che ’l mio cor sia mio, sí come è stato
ne la mia prima giovenil etade;
     o, se pur vuoi che dietro a le tue strade,
amando, segua il mio costume usato,
fa’ ch’io arda di foco piú temprato,
e che, s’io ardo, altrui n’abbia pietade;
     perché mi par veder, a certi segni,
che ordisci novi lacci e nove faci,
e di ritrarmi al giogo tuo t’ingegni.
     Serbami, Amor, in queste brevi paci,
Amor, che contra me superbo regni.
Amor, che nel mio mal sol ti compiaci.


CCVIII

Per un nuovo amore.

     Amor m’ha fatto tal ch’io vivo in foco,
qual nova salamandra al mondo, e quale
l’altro di lei non men stranio animale,
che vive e spira nel medesmo loco.
     Le mie delizie son tutte e ’l mio gioco
viver ardendo e non sentire il male,
e non curar ch’ei che m’induce a tale
abbia di me pietá molto né poco.
     A pena era anche estinto il primo ardore,
che accese l’altro Amore, a quel ch’io sento
fin qui per prova, piú vivo e maggiore.
     Ed io d’arder amando non mi pento,
pur che chi m’ha di novo tolto il core
resti de l’arder mio pago e contento.