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Pagina:Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu/31

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i - rime d'amore 25


XL

Le onde del mare non han sempre, come lei, tempesta.

     Onde, che questo mar turbate spesso,
come turba anco me la gelosia,
venite a starvi meco in compagnia,
poi che mi sète sí care e sí presso:
     cosí fiero Austro ed Aquilon con esso
men importuno e men crudo vi sia;
cosí triegua talor Eolo vi dia,
quel ch’a me da l’amor non m’è concesso.
     Lassa, ch’io ho da pianger tanto e tanto,
che l’umor, che per gli occhi verso fore,
è poco o nulla, se fosse altrettanto.
     Voi mi darete voi del vostro umore
quanto mi basti a disfogar il pianto,
che si conviene a l’alto mio dolore.


XLI

Forse un giorno Amore fará le ragioni di lei.

     Ahi, se cosí vi distrignesse il laccio,
come, misera, me strigne ed affrena,
non cerchereste d’una in altra pena
girmi traendo, e d’uno in altro impaccio;
     ma perch’io son di foco e voi di ghiaccio,
voi sète in libertade ed io ’n catena,
i’ son di stanca e voi di franca lena,
voi vivete contento ed io mi sfaccio.
     Voi mi ponete leggi, ch’a portarle
non basterian le spalle di Milone,
non ch’io debile e fral possa osservarle.
     Seguite, poi che ’l ciel cosí dispone:
forse ch’un giorno Amor potria mutarle;
forse ch’un dí fará la mia ragione.