Pagina:Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu/360

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II

Sullo stesso argomento.

     Prendi, re per virtú sommo e perfetto,
quel che la mano a porgerti si stende:
questo scolpito e colorato aspetto,
in cui ’l mio vivo e naturai s’intende.
     E, s’a essempio si basso e si imperfetto
la tua vista beata non s’attende,
risguarda a la cagion, non a l’effetto.
Poca favilla ancor gran fiamma accende.
     E come ’l tuo immortai divin valore,
in armi e in pace a mille prove esperto,
m’empio l’alma di nobile stupore,
     così ’l desio, di donna in cor sofferto,
d’alzarti sopra ’l ciel dal mondo fore,
mira in quel mio sembiante espresso e certo.


III

Nel dottorato del signor Gioseppe Spinelli,
rettore de’ legisti a Padova.

     A la tua ceda ogni regale insegna,
ché de le sacre leggi in man tenesti
cosi ben il governo, onde reggesti
di dotta gioventú scola si degna.
     Ad inchinarsi a te tutta ne vegna
d’Antenor la città, ch’a tanto ergesti
col tuo valor, ch’in terra un ciel la festi,
dove il ben senza noia eterno regna.
     Tu di religion santa e verace
sei rilucente specchio, al cui bel raggio
ogni spirto gentil si strugge e sface,
     che, da te fatto antiveduto e saggio,
dritto sen vola a la divina pace,
per destro e sicurissimo viaggio.