Pagina:Steno - La Veste d'Amianto.djvu/133

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— Non è che io non voglia, — disse, — ma io non insegno.

— Prendete me per maestro, signorina, — propose Lorenzo Rolla.

Ma Coralli, pronto, ribattè:

— Ah no, poi. Se Noris rifiuta prendo io il suo posto.

— Lo prenderesti, vuoi dire....

— Dico: lo prendo.

— E il consenso dell’allieva?

— Ci sarà.

L’allieva, in realtà, si disinteressava di quel dibattito. Ella ascoltava Paolo Adelio intento a spiegare a Noris com’egli non potesse ricusare di accettare per allieva la signorina Fabbri.

— A me — egli diceva — non ricuserai questo favore. Pensa che mi sono impegnato per te.

— Ma in che modo?

— In modo formale. Ieri sera, a teatro, quando la signorina Fabbri, che aveva una poltrona accanto alla mia, m’ha espresso la sua intenzione di farsi aviatrice, io le no detto che ella non poteva avere che un solo maestro: te. Non ti conosceva se non di nome e io allora le ho promesso di accompagnartela qui stamane e ho garantito che tu l’avresti accettata a braccia aperte.

— Invece — osservò la Fabbri sorridendo — Il signor Noris non mi accoglie nemmeno a braccia chiuse.

— Vi accoglierà, — sentenziò un’altra volta Adelio, — anche per la buona ragione che io ho già annunziato nel giornale il vostro proposito e la sua accettazione.

— Hai fatto questo? — esclamò Noris sorpreso.

— Sicuro. La notizia era troppo interessante per privarne i lettori. Questa stessa notte, dopo il teatro, sono andato al giornale e ho dettato due righe in proposito che devono essere uscite stamane.

— Non fate questa faccia desolato, signor Noris, — sorse a dire la Fabbri, — se proprio non ne vorrete sapere, non ne faremo niente.