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Pagina:Steno - La Veste d'Amianto.djvu/175

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— Se è necessario!

— Sì: non sono io solo interessato in questo tentativo e non posso rivelare un segreto che non mi appartiene esclusivamente.

— Sarà una grande cosa?

— Grande davvero.

— Non mai tentata?

— S’intende!

— Superiore a tutto quello che avete fatto fin qui?

— A tutto.

— Ah, come vorrei vivere per vederla! — esclamò Susanna intervenendo nel dialogo.

Le sue parole sollevarono un coro di affettuose proteste e di bugie pietose, ma la signora Pearly era scoppiata in pianto e la fanciulla mormorava dolente:

— Perdonami, mamma, perdonami! sì, lo so che guarirò se mi lascerò curare bene da te, povera mamma, povera la mia cara mamma!

Un colpo bussato lievemente alla porta pose fine all’incidente pietoso.

Un cameriere veniva ad avvertire che il professore venuto da San Remo era qui.

Susanna nascose appena un gesto di fastidio.

Tuttavia, ella si alzò rassegnata e mosse verso la sua camera, mentre la signora Pearly andava incontro al medico e Nadina faceva passare Noris in una stanza vicina.

Il giovane, però, si congedò.

— Non disturbatevi a tenermi compagnia, signorina.

Io approfitto di questo momento per scendere a fissare una camera.

— Vi fermate dunque?

— Per qualche giorno, sì.

— Oh, come siete buono!

Egli protestò. Rassicurò poi la fanciulla, che voleva sapere la sua opinione intorno allo stato di Susanna. Le mentì.

— È ancora piena di vitalità. Guarirà benissimo, vedrete.

Ma il medico che nella stanza vicina visitava Susanna non mentì alla povera madre.