Pagina:Steno - La Veste d'Amianto.djvu/255

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La fanciulla ripetè:

— Come mi rincresce di non averlo veduto!

— Non vi mancheranno le occasioni, signorina. Noris tornerà spesso in America ora che sta concludendo la cessione del diritto d’esercizio dei suoi brevetti a una Società americana.

— Davvero?

— Non lo sapevate? ne hanno parlato tutti i giornali.

— E hanno detto anche quand’è che l’aviatore ritornerà?

— Questo no.

— È bello? — domandò la fanciulla arrossendo lievemente.

Il vecchio sorrise:

— Noi uomini siamo cattivi giudici in proposito, ma a me pare un bellissimo giovane.

Il suo giudizio ebbe la conferma di quanti fra i commensali avevano veduto Noris in persona o in effigie. Ma il giovanotto riprese:

— Comunque, bello o meno, è una questione inutile agli effetti perchè Noris detesta le donne.

— Detesta, è forse una parola un po’ forte, — tornò a dire il vecchio, — si dice che le donne gli siano indifferenti: ecco tutto.

Un’altra voce sorse a protestare:

— Leggenda! Anche adesso egli è a New-York colla sua piccola amica, una bellissima signorina russa della quale è stato anche pubblicato il ritratto.

Una vampa di rossore salì al viso di Minerva Fabbri. Se qualcuno avesse posseduto un numero della rivista che aveva pubblicato quel ritratto ed ella fosse stata riconosciuta?

No, non correva quel pericolo.

Il vecchio protestava adesso contro la pubblicazione che egli conosceva, che giudicava falsa e inopportuna, e alle sollecitazioni delle signore che chiedevano di poter vedere il ritratto in questione, nessuno rispondeva coll’offerta del numero della rivista che lo portava.

Minerva respirò.

Il dibattito andò proseguendo fra i tre uomini