Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 35 — |
— Una cosa interessante, senza dubbio.
Adesso, ostentando di non guardare verso il campo dove Noris, già pronto, provava il motore, ella ascoltava con un sorriso assente i commenti delle sue giovani amiche.
Anna Gaudio, la ricchissima, osservava meravigliata:
— Ma è vero che è un bellissimo ragazzo: peccato che faccia l’aviatore!
— Che vuol dire? — replicava convinta e autoritaria Elsa Marlitt, la pallidissima e intelligentissima figlia del banchiere tedesco, — quando un uomo raggiunge in quello che fa l’eccellenza che Noris ha raggiunto non fa più parte del gregge, è qualcosa ed è qualcuno.
— Ha ragione, — approvarono parecchie.
Il concetto di Kindler che però Kindler non aveva saputo esprimere così bene.
Susanna che aveva un grande rispetto per l’intelligenza della sua amica le domandò:
— Tu credi così?
— Ma sicuro!
— Allora, anche un bravo chauffeur....
— Certamente. Non ve ne sono dei famosi? di quelli che si sono illustrati in certe corse vertiginose così da assurgere all’entità di esseri fantastici? Qui siamo in un campo superiore esteticamente e anche il valore dell’individuo s’accresce qui per la gravità maggiore e costante del pericolo.
— Non so, — replicò Susanna, — io non apprezzo che l’intellettualità.
— Vuoi dire, credo, le affermazioni che rientrano nel dominio diretto dell’intelligenza, che ne sono espressioni immediate.
— Certamente.
— Credo che tu abbia torto. Può darsi che alla tua natura di cerebrale siano più affini gli uomini di pensiero che non quelli d’azione: non è una ragione per coinvolgere tutti questi ultimi in un assoluto disprezzo.
La voce acuta, concitata di Nadina interruppe le due amiche.