Pagina:Steno - La Veste d'Amianto.djvu/61

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Susanna lo presentò all’amica e subito si pentì di aver fatto la presentazione poichè vide Noris appartarsi con Elsa che aveva saputo subito accaparrarselo.

Intanto, nelle altre sale, la voce diffusa della presenza di Noris provocava un movimento generale di curiosità. Tutti volevano avvicinare l’aviatore, parlargli, farsi distinguere da lui.

La formosissima contessa Strazzo che malgrado la quarantina passata persisteva a difendere felicemente la sua già famosa bellezza e la sua arte di seduzione dalle ingiurie del tempo, raccomandava a Susanna che aveva ripreso, accanto al fidanzato, il suo compito di padrona di casa:

— Bada di presentarmelo, sai?

— Non dubiti, contessa.

— Sono curiosa di guardarlo in faccia questo nemico delle donne.

— Gli troverà un viso piuttosto impassibile, — osservò Susanna sorridendo.

— Va’ là! cosa vuoi mai sapere tu che sei una bambina! Ne ho visto tanti di codesti semi-selvaggi abbassar le arie e diventare più carezzevoli d’un augellino!

— Ma Noris non è un semi-selvaggio, signora.

— Cara mia, un uomo che si dice refrattario all’amore, non può essere che un selvaggio autentico.

La fanciulla sorrise e non contraddisse.

Col pretesto di dover andare in cerca di Noris per presentarlo alla contessa Strazzo, si staccò da Kindler e ritornò nel salotto dove aveva lasciato poco prima Elsa e l’aviatore.

Il salotto era deserto.

Ella sorperse Noris in un’altra sala, accanto a sua madre, intento a discorrere con lei.

Poichè la visione le dava un senso di sicura dolcezza, ella rimase a contemplare Noris da lungi meravigliata di vedergli un espressione tanto in contrasto con quella che gli era abituale.

Si sarebbe detto che Noris si abbandonasse,