Pagina:Stirner - L'unico, 1922.djvu/33

Da Wikisource.

— 33 —

§ 1. — LO SPIRITO.


Il mondo degli spiriti è immensamente vasto — quello dello spirituale è infinito. Esaminiamo dunque che cosa è questo Spirito che ci hanno legato gli Antichi. Essi lo generarono tra i dolori, ma non poterono riconoscersi in lui: essi seppero metterlo al mondo, ma non gli insegnarono nulla; lui solo doveva parlare. Il «Dio nato», il «Figlio dell’Uomo», proferì, primo, questo pensiero! che lo Spirito, cioè lui, Dio, non ha nulla a che vedere con le cose terrestri ed i loro rapporti, ma si attiene unicamente alle cose spirituali ed ai loro rapporti.

La mia incrollabile fermezza nell’avversità, la mia inflessibilità e la mia audacia, il mio spirito d’indipendenza; tutto ciò è già forse «Spirito» nella vera concezione della parola? Il Mondo, infatti, può forse ancora qualche cosa contro di lui? Se così fosse, lo Spirito sarebbe ancora in opposizione col Mondo, e tutto il suo potere si ridurrebbe a non sottomettersi. No, fintanto che egli non si occupa che esclusivamente di se stesso, del suo mondo, del mondo spirituale, lo Spirito non è ancora il libero Spirito: egli rimane lo «spirito del mondo», incatenato alle cose di questo mondo. Lo Spirito non è libero Spirito, cioè realmente Spirito, se non nel mondo che gli è proprio: in questa terra, in «questo» mondo, rimane uno straniero.

Soltanto in un mondo spirituale lo Spirito si completa, prende possesso di se stesso, perchè «questo basso mondo» non lo comprende e non può custodire presso di sè «il figlio dello straniero». Ma dove troverà questo regno spirituale? Dove, se non in se stesso? Egli deve rivelarsi; e le parole che pronuncia, le rivelazioni per le quali si scopre, sono il suo mondo. Come il fantastico vive e possiede il suo mondo nelle immagini create dalla sua fantasia; come il pazzo si edifica un suo proprio mondo di sogni, senza il quale non sarebbe pazzo, così lo Spirito deve crearsi il proprio mondo di fantasmi, e fino a tanto che non l’abbia creato egli non è Spirito. Sono le sue creazioni che lo fanno Spiritò, è da esse lo si riconosce: egli vive in esse; esse sono il suo mondo.