Pagina:Stirner - L'unico, 1922.djvu/9

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lucroso.

Ma contemplate ora quel Sultano che dedica le sue tenere cura ai «suoi». Non è l’immagine del più puro sacrificio; e la sua vita non è forse una perpetua dedizione di sè stesso per i «suoi»? Eh, sì: per i «suoi»! Vuoi pero metterlo a prova? "Tenta di dimostrargli che non sei «il suo», ma che sei «il tuo»: rifiutati al suo egoismo: sarai all’istante gettato in galera. Il Sultano ha basato la sua causa su se stesso: egli è tutto nel tutto — è l’Unico — e non permette ad alcuno di non essere dei «suoi».

Questi esempi illustri non v’insegnano nulla? Non vi invitano a pensare che l’Egoista potrebbe forse aver ragione? Da parte mia ne traggo una lesione: invece di continuare a servir disinteressatamente questi grandi egoisti, vorrei piuttosto essere io stesso l’Egoista.

Dio e l’Umanità hanno riposto la loro causa nel nulla — in se stessi. Io riporrò dunque la mia causa m me stesso: come Dio, io sono la negazione di tutto il resto; io sono per me tutto — sono l’Unico. Se, come voi l’assicurate, Dio e l’Umanità sono ricchi al punto d’essere per se stessi tutto nel tutto, per conto mio m’avvedo che mi manca molto meno ancora e che non ho da lagnarmi della mia «vanità», lo non sono già il nulla nel senso di «vano»; ma sono il Nulla da cui derivo tutto.

Lungi da me dunque qualunque causa che non sia interamente ed esclusivamente la Mia. La mia causa — dite voi - dovrebbe almeno essere la «buona causa»? Che cos’è buono? Che cos’è cattivo: queste per me non sono che vane parole!

Il divino concerne Dio; l’umano concerne l’Uomo. La mia causa non è nè divina nè umana; non è nè il vero, nè il buono, nè il giusto, nè il libero: è ciò che è mio: essa non è generale, ma unica, come io sono unico,

Nulla v’è al disopra di me.