Pagina:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922.djvu/147

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dracula 147

fiducia, come prima. Ma d’altronde... E poi, il soggetto par che le ripugni e quando vi alludiamo non può reprimere un brivido. Temo che questi ultimi fatti l’abbiamo fortemente scossa.

Dopo pranzo, abbiamo fatto un po’ di musica. Poi condussi Mina nella sua stanza. La povera fanciulla mi strinse forte fra le braccia, quasi temesse per me nuovi pericoli. Grazie a Dio, ci amiamo teneramente.

Raggiunsi in salotto gli altri e diedi loro il risultato delle mie ricerche.

— Ecco una buona giornata di lavoro — disse Van Helsing. — Siamo sulla pista e potremo fra poco preparare il colpo finale e sbarazzarci di questo mostro.

— Ma come entrare in quella casa di Piccadilly? — chiese Morris.

— Siamo pur entrati nell’altra — replicò Lord Godalming.

— Non è la stessa cosa. A Carfax, siamo al riparo dagli indiscreti. Mentre laggiù, in piena Londra, non so davvero come potremo eseguire quella entrata da borsaiuoli di nuovo genere?

— Bisognerebbe aver la chiave.

— In qual modo?

— Sottraendola al Conte — dissi io.

— Aspettate prima la risposta di Mitchell — disse Van Helsing. — Adesso andiamo a dormire.

Non ce lo siamo fatto dire due volte. Sono salito nella mia stanza.

Mina dorme profondamente. Ha il respiro regolare ma debole: ha l’aria preoccupata e mi sembra molto pallida. Come vorrei saperla tranquilla, là a Exeter!