Pagina:Stoker - Dracula, Sonzogno, Milano, 1922.djvu/67

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dracula 67

mezzanotte mi sono svegliata, Lucy, seduta sul suo letto, indicava la finestra dormendo. Mi sono alzata senza far rumore e ho sollevato la tenda. C’era un bel chiaro di luna, una gran pace saliva dal mare. Nel cielo, girava un pipistrello enorme. Si avvicinò alla finestra ma, spaventato alla mia vista, fuggì verso la badia. Lucy s’era ricoricata e dormiva pacificamente.

14 agosto.

Trascorso il pomeriggio leggendo sulle dune. A Lucy questo posto piace e duro fatica a ricondurla in casa per le ore dei pasti. Prima di tornare, stassera abbiamo voluto ammirare lo splendido tramonto. Le nubi di porpora incendiavano il cielo e gettavano una luce rosea sul paesaggio. Tacevamo da un momento quando Lucy mormorò come in sogno:

— Quegli occhi rossi, sempre!

Trasalii di sorpresa a quella frase che non aveva senso. Il suo sguardo assente si posava sulla figura straniera d’un uomo seduto sul banco di pietra; gli occhi di quell’uomo nella luce del tramonto brillavano con uno splendore di bragie. Ma l’illusione si dissipò quando si spense il raggio di sole che incendiava le vetrate della chiesa. Feci parte a Lucy di quel fenomeno, ella tornò in sè sussultando. Forse pensava a quella notte orribile di cui non parliamo mai.

Abbiamo camminato in silenzio; Lucy aveva male alla testa; si è coricata all’alzarsi da tavola. Quando la vidi addormentata, andai a fare un giretto verso le rocce.