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sia nutrita bene che nessuno la disturbi. Sopratutto non addormentatevi. Sarò presto di ritorno e cominceremo la cura.

— Quale cura? — interrogai meravigliato.

— Vedrete.

E sul limitare della porta aggiunse:

— Ve la affido, vegliate su di lei.

11 settembre.

La notte scorsa andai a casa mia. Van Helsing essendo tornato, insistè per vegliare. Nel pomeriggio, oggi sono tornato ad Hillingham. Il Maestro pare rassicurato. Lucy è in buone condizioni. Mentr’ero lì, portarono un paniere venuto dall’estero e indirizzato al professore. Egli ne tolse un fascio di fiori bianchi.

— Sono per voi, miss Lucy — disse.

— Oh! dottore, voi mi guastate.

— Non è un regalo — disse — è una medicina. (Lucy fece una smorfia). Ma non arricciate il vostro bel nasino, vi prometto di non farne delle tisane. Bisognerà soltanto farne una ghirlanda che di notte annoderete intorno al collo. Come i fiori del loto, scacciano i sogni cattivi!

— Oh! dottore, scherzate — diss’ella ridendo dopo averli fiutati — non sono che dei volgari fiori d’aglio.

— Non scherzo — disse Van Helsing con un fare brusco che mi sorprese; — e se vi affermo che questi fiori avranno su di voi un felice effetto, bisogna credermi. Intreccerò io stesso la ghirlanda ed empirò la stanza di fiori. È ancora una fortuna che me n’abbiano potuto inviare in questa stagione. Ho dovuto telegrafare al mio amico