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296 serata xvii

terribile vulcano.... — Ma per la più corta mi mossi a vedere che cosa mi additassero a così breve distanza, e trovai.... che cosa?... un fossatello, una pozzanghera di pochi palmi, dalla quale si sprigionavano alcune gallozzole di gas. Intinsi il dito nell’acqua per assaggiarla e la trovai salata. Accesi uno zolfino, e le gallozzole si accendevano con uno leggero scoppiettio. Non v’ha dubbio: È la salsa.... la celeberrima salsa di Sassuolo. — Che disinganno! Rivenendo l’anno dopo, in quella stagione così asciutta, la trovai invilita ancor più. La canicola del 1864 si era bevuto il fossatello, e il gas sbucava di mezzo ai ciottoli che coprivano il fondo del fosso, cigolando dal fango vischioso,

Come d’un stizzo verde che arso sia
Dall’un de capi, che dall’altro geme,
E cigola per vento che va via».
                                        (Inf., C. XIII).

«Di chi sono cotesti versi?» domandò Giannina.

«Di Dante.... non capisci!... Si vede che Dante, quand’era fanciullo, era stato le mille volte, come voi, a badare a quei legni verdi, che, mentre ardono da una estremità, gemono dall’altra e si coprono di bava. Quella bava è formata dall’acqua che, riscaldandosi e riducendosi in vapori entro il legno che arde, si sprigiona dai pori: e parte dei vapori, giungendo alla estremità che è fredda, vi si riduce di nuovo in acqua: parte, rimanendo in forma di vapori e mescolandosi coi gas che si sviluppano dalla combustione, passano cigolando attraverso il liquido, che ne ribolle in forma di schiuma. Tutti i furori della salsa di Sassuolo; si erano ridotti al friggìo di uno stizzo che arde».

«Ma infine», domandò, con far disgustato, Giovannino, «era quella, sì o no, la celebre salsa?».

«Era certamente. Vi accadrà, se forse non vi è già accaduto, di vedere alcuno di quei grandi personaggi, che riempiono il mondo della loro fama. Sarà un generale che conta tante vittorie quante battaglie; sarà un poeta i cui versi sono attesi e letti colla frenetica avidità dell’entusiasmo; sarà uno scienziato, per cui pajono luminosi i più oscuri arcani della materia e dello spirito. La vostra imaginazione ha già composto a quei personaggi una figura, un ideale a modo. Il guerriero sarà per voi un uomo dalle forme erculee, dal viso arcigno, dallo sguardo fulmineo, con due baffi poi!... Il poeta avrà una fronte vasta come una piazza, il viso pallido che si colora di tinte fuggevoli come i lampi del