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animali ibernanti 347

parte in città e in campagna? Volete vederli? Salite sul solajo, osservate i luoghi più oscuri, più riposti, più difesi dalle intemperie; penetrate nelle caverne e rimarrete storditi della quantità di pipistrelli, appiccicati, come al solito, durante il riposo, agglomerati insieme a migliaja, e per di più immobili, stecchiti, come fossero morti. Essi dormono il sonno invernale. Giuseppe Mangili, già professore di storia naturale all’università di Pavia, celebre pe’ suoi studî sul letargo invernale1, visitò precisamente la nostra buca del Corno sulla fine d’estate nel 1795. Vi trovò fin d’allora coperto il suolo d’escrementi, e la volta di pipistrelli. Questi appartenevano tutti alla specie che abbiam detto del pipistrello- topo. Ci tornò poi in dicembre dello stesso anno, e non trovò più che 300 pipistrelli, divisi in due gruppi, assiderati, perfettamente insensibili, infine nello stato di profondo letargo. Sparò una fucilata contro quei gruppi, e ne caddero una sessantina tra morti e feriti. Il credereste? Nemmeno i feriti si riscossero, continuando a dormire colla stessa tranquillità».

«Dormono lungamente?...» chiese la Giovannina».

Questo a norma delle specie, della stagione, del clima.... Le specie meridionali dormono da 2 a 3 mesi: le settentrionali da 4 a 5. Vi sono delle specie meno riguardose, che si risvegliano qualche volta d’inverno, appena ci sia una giornata un po’ mite, fanno la loro partitina di caccia, e poi s’addormentano di nuovo». «Dunque durante tutto quel tempo», domandò l’Annetta, «i pipistrelli non mangiano nemmeno?».

«Non solo non mangiano, ma quasi non respirano; si direbbero veramente morti. La respirazione si rende infatti lentissima, lentissima la circolazione del sangue: la temperatura interna di quei poveri animali si abbassa fino a 4° e vuolsi fino ad 1° sopra zero del termometro centigrado».

«E se gelassero?» chiese la Giannina.

«Se gelassero, morirebbero. Sembra che a 0° non possa persistere la vita di quegli animali....».

2. «È il freddo, n’è vero», ripigliò la Giannina, «che pro duce quel sonno così lungo nei pipistrelli e negli altri animali, che presentano il fenomeno del letargo invernale?».

  1. Saggio d’osservazioni per servire alla storia dei mammiferi soggetti a periodico letargo. Milano, 1807. — Il Mangili fu mosso ad intraprendere questi studî da una lettera di Lorenzo Mascheroni, che porta la data del 2 dicembre 1795, nella quale il celebre matematico-poeta lo impegnava a visitare la caverna d’Entratico a nome del grande naturalista Spallanzani (Biografia di Lorenzo Mascheroni di Camillo Ugoni, pubblicata dal prof. D. Antonio Alessandri. Bergamo, 1873).