Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/355

Da Wikisource.

il letargo estivo sotto i tropici 349

pur sempre nel freddo (in un freddo moderato, s’intende ) la ragione del sonno invernale. Ciò è tanto vero, che tutti codesti animali ibernanti dormono d’inverno e....».

«E per ciò si dissero ibernanti, da un verbo latino che vuol dire svernare, e chiamossi invernale il loro letargo. Ma venne poi un tempo in cui i naturalisti dovettero acconciarsi ad ammettere un sonno estivo».

«Vi han forse animali», ripigliò tosto un po’ mortificata la Marietta, «che dormono l’estate invece dell’inverno?».

«Ma sicuro: e se diciamo che il freddo produce il sonno degli animali nelle nostre regioni temperate, dovremo dire che lo stesso effetto è prodotto dal caldo nelle regioni tropicali. L’Humboldt ne’ suoi splendidi Quadri della natura descrive il maraviglioso alternare delle stagioni nelle sconfinate steppe dell’America tropicale, che si chiamano Llanos1. Durante la stagione delle piogge, che sarebbe l’inverno dei tropici, le steppe presentano l’aspetto di un immenso lago. I giumenti si rifugiano coi loro piccoli sui banchi erbosi, che si elevano come isole in mezzo alle acque, fuggendo dalle scariche elettriche dei gimnoti, anguille della lunghezza di 6 piedi, e dal morso dei coccodrilli, che formicolano in seno alle acque. Ma ecco la stagione della siccità! ecco la state! Sotto un cielo senza nubi, sotto il raggio verticale del sole, i grandi veli d’acqua si restringono, scompajono; gli erbosi tappeti si carbonizzano e si riducono in polvere; il suolo s’indura e si screpola; nubi di polvere infocata si aggirano vorticose sul piano desolato. Inviluppato nelle nubi polverose, tormentato dalla fame e dalla sete, si sente il bestiame riempir l’aria di sordi muggiti, e veggonsi i cavalli, il collo teso, il naso levato al vento, intesi a scoprire qualche rimasuglio d’acqua in mezzo al cocente deserto. Dove sono quelle orde di rettili formidabili, che infestavano le sconfinate paludi? Come in seno alle Alpi ghiacciate si addormentano le marmotte, così dormono immobili il coccodrillo e il boa, sepolti nel fango disseccato, per non destarsi che al ritorno delle piogge. — Qualche volta, — dice l’Humboldt riportando i racconti degl’indigeni, — sulle rive degli stagni vedesi il fango, inumidito dalle prime piogge, sollevarsi lentamente a strato a strato. D’un tratto, con un fracasso simile all’esplosione di un vulcano di fango, la terra sollevata è lanciata in aria. Lo spettatore fugge davanti all’improvvisa apparizione: è un serpente

  1. Pronunziate glianos.