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456 serata xxviii

prima ode. Nella stessa poi descrive assai bene le correnti di lava. — Da penetrali inaccessibili, dice egli, emanano fonti di purissimo fuoco, i di cui torrenti spargono di giorno vortici ardenti di fumo, e di notte trasportano sassi agglomerati dalla rutilante fiamma, con veemente strepito nel fondo del mare. — Nel ratto della bella Proserpina, figlia di quella Cérere, la quale, prima che ad altri, si mostrò ai Siculi e li educò a seminare la terra, non sarebbe a vedersi che un simbolo delle messi devastate dalle lave ardenti. Negli amori di Aci e Galatea, schiacciati sotto una grandine di sassi dal geloso Polifemo, vuolsi simboleggiato il fiume Aci sepolto sotto le lave dell’Etna. In seno all’Etna poi, voi sapete che Vulcano teneva accesa la sua fucina, dove i Ciclopi, che n’erano i mastri, fabbricavano i fulmini per l’arsenale di Giove. Il Mongibello era il camino da cui si sfogava il fumo della fucina. Insomma tutto ci dice che l’Etna, era attiva, attivissima nei tempi mitologici; nè ci voleva da meno perchè già ai tempi di Pindaro fosse chiamata la colonna del cielo.

7. » La prima eruzione storica rimonterebbe al 1500 a. C. La storia antica ricorda del resto formidabili eruzioni, e quindici al meno sono menzionate durante la dominazione romana avanti l’era volgare. Nei tempi moderni poi le eruzioni si ripeterono a intervalli relativamente brevi. Fra il 1669 e il 1865 il signor Sciuto Patti1 ne numera trentadue. Fra le eruzioni dei tempi moderni la più celebre è quella del 1669, da cui il signor Sciuto Patti comincia appunto la sua enumerazione. Vale la pena di narrarvene un po’ i particolari.

» Nel mattino dell’undici marzo 1669, così narra lo Spallanzani2, un’enorme spaccatura si aprì in vicinanza di Nicolosi, precisamente nel punto ove sorgono in oggi i così detti monti Rossi. Quella spaccatura misurava ben 10 miglia di lunghezza, partendo dal punto suddetto fin verso la sommità del cratere dell’Etna. Per allora non ci fu nulla: ma la notte susseguente un’altra spaccatura formossi, o piuttosto, come io credo, la prima spaccatura si cambiò in squarciatura che toccava fino all’interno del gran camino vulcanico, e ne uscirono immediatamente immensi globi di fumo e grandine di pietre liquefatte, in mezzo a orrendi muggiti e scotimenti di terra. Più tardi, nella notte stessa, ne sbucò un gran fiume di lava, e il dì 13 dello

  1. Sulla età probabile della massa subaerea dell’Etna.
  2. Viaggi alle due Sicilie. Vol. 1.° pag. 273.