Pagina:Stoppani - Il bel paese - 1876.pdf/482

Da Wikisource.
476 serata xxix

sultare la natura. Il Lyell imaginò che sul fianco dell’Etna fosse avvenuto uno sprofondamento. Spiegarlo poi, o almeno cercare qualche prova della realtà del fatto che si asseriva, era un altro par di maniche. Chi osserva invece, trova che la valle del Bove, non solo si può spiegare facilmente come conseguenza dei fenomeni vulcanici più ordinarî, ma che non è nemmeno una specialità dell’Etna. Come vi sono molti vulcani che hanno un monte Somma, cioè un recinto, così vi sono molti vulcani che hanno una valle del Bove, cioè un barranco. È questo il nome che la scienza adopera ora per indicare appunto le squarciature laterali e profonde dei coni vulcanici che si assomigliano alla valle del Bove e ne hanno la stessa origine. L’isola di Palma nelle Canarie è un vulcano e si rassomiglia moltissimo all’Etna, come quello che ha il fianco squarciato lateralmente da una valle profondissima che appunto là si chiama barranco. La differenza fra i due vulcani è questa, che il barranco dell’isola di Palma va a finire al centro del cono in un immenso cratere, chiamato caldera, che attualmente è spento, mentre la valle del Bove termina al piede del cono centrale che si alza, come abbiam veduto, dal seno dell’antico cratere dell’Etna. Or bene, levate all’Etna il Mongibello e resterà al suo posto l’antico cratere, cioè una caldera, che si continuerà col barranco ossia colla valle del Bove. L’Etna in questo caso sarà precisamente come l’isola di Palma. Mettete invece che il cratere dell’isola di Palma diventi attivo, sicchè nasca e cresca entro la caldera un Mongibello; e allora l’isola di Palma sarà diventata un’Etna. Il barranco dell’isola di Palma e la valle del Bove non sono insomma che il prodotto della squarciatura laterale e dello sventramento del rispettivo cono in un grande parossismo d’epoca ignota: ma l’isola di Palma rimase inerte dopo il parossismo, ed è rimasta quindi aperta tutta la squarciatura dal centro alla periferia. L’Etna invece continuò attivissima dopo il parossismo, e non rimase che la parte laterale della squarciatura, mentre la parte centrale fu occupata dal nuovo cono, che formò il Mongibello, ossia il vertice attuale dell’Etna».

7. «Ma si osservarono di fatti», domandò la Giannina, «codesti squarciamenti e sventramenti laterali delle montagne vulcaniche?».

«La storia dei vulcani è una storia di qualche secolo appena. Prima chi ci pensava a registrare, e sopratutto a precisare certi avvenimenti? Non possiamo pretendere perciò di trovare esempi