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138 CAPO VII.

distintivo delle opere con proprietà chiamate toscaniche1. Immagini aventi quattro ali, e altre insolite forme e segni simbolici, che meglio distinguono le divinità fenicie o sirie o babilonesi, mostrano di più, che gli Etruschi religiosissimi prendevano di per tutto dove navigavano e mercavano celesti protettori, e principalmente nell’Oriente, fonte abbondantissima di superstizioni2. Ancorachè, senza andarne sì lontano, dalla prossima Sardegna, ove abitavano Fenici, Cartaginesi ed Etruschi3, poterono questi ultimi assai facilmente far sue molte di quelle cose aliene che vie più si conformavano colla loro propia instituzione. E

  1. L’acuta mente del Lanzi comprendeva bene la parte debole di quel suo sistema d’universale grecismo, e come facilmente sarebbe caduto a terra qualora si porgessero in mostra altri monumenti diversi a quelli da lui unicamente conosciuti cinquant’anni addietro, quando scriveva, e per la massima parte dell’ultima epoca dell’arte etrusca; la quale non malamente puossi protrarre in certe sculture sino al secondo secolo dell’era volgare. Ecco le sue notabili parole: Qui torna il raziocinio de’ simboli egizj, che proverebbon lo stile primitivo de’ Toscani propagato di Egitto, qualora fossero in Etruria molti ed antichissimi. Saggio T. ii. p. 182. — Vedi i monumenti tav. xiv sqq.
  2. Fu talmente tradito il Lanzi al tempo suo dalla scarsità dei monumenti cogniti, ch’ei grida disdegnoso: ov’è in Etruria una deità con quattro ali come i Fenici e i Maltesi loro scolari le figurarono? Anzi fra gli antichi bronzi di Etruria, che soli posson pretendere all’età più rimote, dov’è un idolo non dico di quattro, ma di due ali? Saggio T. ii. p. 258. Vedi i monum. tav. xxi. xxix. xxxv. ii.
  3. Vedi appresso cap. xix.