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CAPO XI. 235

Gli Etruschi han dovuto trovare questi luoghi stessi più mangiormente paludosi e pestilenti a cagione dell’aria infettata; e quantunque ne manchino i documenti si può ragionevolmente pensare, che opera loro fosse il primo ed efficace bonificamento della contrada. Uguali lavori idraulici avean fatto gli Etruschi alle paludi Atriane nell’Italia superiore, già prima che occupassero questo lembo dei Volsci1: e certamente tutta la spiaggia tra Anzio e Circeo, la qual si nominava tirrenica, senza grandi e perseveranti fatiche dei paesani non sarebbesi mai ridotta in tal floridezza, che sopra d’essa potessero alzarsi una volta, come si tiene per cosa indubitata, ventitrè grosse terre2. Fra queste Suessa, cognominata dal suo territorio Pomezia3, si ritrovava potente e ricca innanzi che Roma s’ingrandisse: ma d’assai maggiori per istato erano Anzio e Terracina detta Anxur in lingua volsca4; ambo città prossime al mare, e comunicanti con quello per mezzo d’un porto, che serviva in oltre a ciascuna d’arsenale e di piazza di mercato5. Sul lido stesso non molto lungi dall’antica foce dell’Uffente, detto

  1. V. sopra p. 111.
  2. Accessit Italiae aliud miraculum a Circeis Palus Pomptina est, quem locum xxiii urbium fuisse Mutianus ter Consul prodidit. Plin. iii. 5.
  3. Pomtia: da cui Pometia, Pometinus, Pomptinus, e per eufonia Pontia, Pontinus.
  4. Anxur, quac nunc Terracinae.... oppidum vetere fortuna opulentum. Valer. Antias ap. Liv. iv, 59.; Plin. iii. 5.
  5. Dionys. ix. 56.