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CAPO XXII.


Religione: suoi ammaestramenti divini:
differenze e mutazioni nel culto.


Per le amplissime vie di rivolgimenti e di progresso della vita civile, il mutamento d’uno stato di società in un altro può esser rintracciato ne’ sistemi di favola religiosa, o di mitologia, che si ritrovano ordinati presso di ogni antica nazione. Sistemi che furon opera di prudenza, e la sacra eredità di generazioni o poco note per grande vetustà, o innominate nelle storie. Così per mezzo soltanto della mitologia possiamo noi stessi risalire, quanto è possibile, inverso i primi periodi dell’età barbarica de’ nostri propri padri, allora che privi di rivelazione, senza scienza tradizionale, deboli e imperiti, non avean che una religione di solo instinto, materiale e incomposta quanto la sciolta vita. Per l’indomito sabino, montanaro nomade e guerriero, un’asta fitta in terra rappresentava grossamente il dio dell’arme1. Quel dio che non poteva placarsi se non col sangue umano. Tanto generalmente predominavano in questi secoli di feroce barbarie superstizioni insane e crudeli, di cui non dubbiamente ritrovansi altri segnali ne’ duri costumi de’

  1. Vedi Tom. i. p. 203. Nam et ab origine rerum, pro diis immortalibus veteres hastas coluere. Justin. xliii.