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CAPO XXIV. 217

ficanti immagini i nostri monumenti funerei. Qui tu vedi giacente in letto una matrona languente: i parenti e un fanciullo le sono allato in atteggiamento di cordoglio; altri uomini attorno e donne famigliari danno segni di mestizia dolorosa e di lutto al flebile suono de’ flauti: tre assistenti in fine, che possono credersi sacerdoti, tendono nella destra bastone augurale, simbolo di benigna propiziazione1. Altrove un mesto figlio compie l’ultimo misericordioso rito inverso il vecchio padre, chiudendo i di lui occhi in quell’estremo punto de’ moribondi2. Per altri monumenti veggiamo il trasporto del defunto alla sepoltura disteso sopra d’un feretro, o carro funebre, accompagnatovi da’ suoi parenti e dagli amici, e convolato insieme dalle prefiche, donne prezzolale, che in lode dell’estinto vi cantavano al suono de’ flauti il lugubre canto delle nenie3: costume antico introdottosi anche nel funereo cerimoniale romano 4. Secondo la fortuna o il grado dell’estinto si abbigliava il corpo morto di ricche vesti: si decorava e s’abbelliva alla volta di nobili arredi, e di suppellettili d’oro, d’argento, o d’ambra acconciamente lavorate ad uso dei mortori5: e tale

  1. Vedi tav. lvi: e per confronto il cippo perugino già edito più volte. Mus. Etr. tav. 20. 21. 22. 23.
  2. Vedi tav. lix. 4.
  3. Vedi tav. lvii. 1. 2., xcvi. 1.
  4. Honoratorum virorum laudes.... etiam cantu ad tibicinem prosequuntor: cui nomien neniae. Cicer. de Leg. ii. 24.
  5. Vedi tav. xlv. 3., xlvi.