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282 CAPO XXVII.

mani una particolare specie d’aste volanti ad uso dei veliti1: arme sì molesta che in iscagliandola piegavasi al primo colpo, nè potevano i nemici rimandarla2.

Per diversi monumenti singolari di opera toscanica che porgiamo in esempio, può il lettore farsi una vera e giusta idea così della grave armatura etrusca, come della leggiera3. Consisteva la prima d’una corazza o corsaletto in dosso, scudo, elmo, e gambiere; il tutto di rame. I fanti delle prime file adoperavano il formidabile pilo, e altre aste armate con acuta punta di ferro, che lanciavano di piè fermo innanzi di venire alle spade. A meglio vibrare il colpo queste eran brevi, grosse, ed a due tagli a punta, appese al fianco sinistro per mezzo d’un balteo4. Amplio e rotondo lo scudo imbracciavasi nella pugna, o mediante un manubrio s’impugnava soltanto5. Gli schinieri sole-

  1. Hastas velitares. Plin. vii. 56.; Isidor. Orig. xviii. 57.
  2. Polyb. vi. 22.
  3. Vedi tav. xxxviii, xxxix. xxxvii. 13. 14.
  4. Questa voce è d’origine etrusca. Varro Ant. rer. hum. ap. Charis. i. p. 59. Putsch.
  5. Di tal foggia sono due grandi scudi della circonferenza di dodici palmi romani, tutti ornati a fasce circolari, in cui si veggono figurate a stampa non interrotte file di figurine e d’animali. Furono trovati a Corneto nel 1823 entro il sepolcro d’un guerriero tutto armato giacente sopra d’un letto: teneva appresso al corpo una corta spada, aste e giavellotti. Vedi Annali di corrisp. Archeolog. T. i. p. 96. tav. B. Altri consimili scudi di metallo con manubrio, benchè di minore circonferenza, mi è occorso vedere più volte.