Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/12

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avventura spiegheranno diversamente i monumenti stessi per me pubblicati, o andranno più risoluti nelle loro opinioni. Tutti sanno oramai che chiunque adduce in queste materie sentenze assolute, e dottorali, corre gran pericolo di doverle mutare. Il savio lettore non di meno mi saprà buon grado di aver tralasciato in questo volume non pure citazioni superflue, inutili e oziose, ma voci adoperate da un certo numero di scrittori odierni, che danno all’erudizione un non so che di pedantesco, di ruvido e di strano: la voce italiana più semplice, e di più facile intelligenza, m’è parsa ogni volta la migliore.

Era mio debito usare per la pubblicazione di questi monumenti ogni più attenta vigilanza, cura e diligenza. Ho adoperato a tal uopo, come si vede, artefici sperimentati e valenti. Però, chiunque conosca le difficoltà materiali che si hanno tutte volte a superare nella pubblicazione esatta e sincera di monumenti inediti, per lo più raccolti in luoghi diversi e lontani, mi terrà conto della mia instancabile sollecitudine. E vorrà di più mostrare indulgenza per le inevitabili sviste, che sogliono farsi anche dai buoni artisti nella non facile esecuzione di simili lavori.