Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/126

Da Wikisource.

1.4 da sé, e strigne violeiilemente con ambe le mnni per il collo due cigni quasi compressi, emblemi dello spirito mulo. Le ali del benefico ente, cbe si distendono pev liitla la circonferenza del vaso, possono di pili significare sotto simbolo, eli’ egli abbraccia di sua propria essenza ogni parte del sistema crealo.

Tulli i vuoti nel campo del vaso lianno fiori ed altri ornali_, cbe vi prendono variatissime e ideali figure. Questa foggia di adornaraenlo è cosa tutta propria di tale specie di vasi anticbissimi, cbe i mercanti sogliono cbiamare comunemente egizj, da poi cbe la slessa impropria denominazione fu data loro quando \ennero la prima volta in luce.

2. Vaso balsamario dipinto come di sopra.

Abbiamo per avventura in questo vaso la pili antica immagine di Bacco^ quale si concepiva innanzi cbe la jioesia e l’ arie ne abbellissero le sembianze e le forme. Ve rapjU-esentato sfenopogone^ o sia a barba cuneiforme, e cbiomato, cinto il capo d’uno strofio: tiene in mano il corno |iotorio, forma primitiva del nappo sacro: può muoversi a fatica tanto è panciuto e grosso^ figura rozzamente londeggiata del corpo, e pressoché orbiculata^ quale soleva darsi da prima, per concetto simbolico, alle immagini stesse dei Fateci e Cabiri. In questo dipinto, Bacco, Cabirico egli stesso^ se ne sta in mezzo a due oche ritte in piedi: uccello onninamente sacro^ ed emblema del nume. Tutto il rimanente è di puro ornamento. — Presso Feoli in Homa.