Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/148

Da Wikisource.

i3Cì

3. Neil’ ialerno dulia meJesima coppa di disegno arcaico, lavorata con diligente cura, si vede (lynralo air aulica Ercole vincitore di CiciiO: per povertt» d’ invenzione neir arte, il pittore non ha omesso né pure di mostrarvi il sanj^ue gocciolante dalle ferite dei domato figlio di Marte.

S. Coppa a due anse di minore grandezza, figure nere e rosse sopra fondo di color biancastro: trovata e S. Pier rollo presso di Canino.

L’eroe quivi effigiato a cavallo, e armalo di asta, volge il passo alla meditata impreso. Lo segue il suo buon genio colle volanti ali, portando in ciascuna tifano una corona ^qual pronostico di fama gloriosa e di grande ventura: li due uccelli intorno vi stanno per significazione di favorevoli augurj; cosi pure il serpente, attributo caratteristico del genio venefico, è un emblema noto di quella nuova vita filice e beata, di cui gode il virtuoso per bene oprare al di la della tomba.

Questo sojigetlo sì confacente alla dottrina 6etruCa, quanto è al senso misterioso e morale, si trova ripetuto spesse volle in vasellami consimili, che polrel,bono essere, com’ io li reputo, manifattura propria del paese, benché d’ artificio, a dir vero, non troi»po 6tudiaco.

TAV. LXXXVIIl.

I. 3. Vaso grande a due manichi, figure nere^ bianche e ros«»c di bella vernice: sotto il piede le due lettere segnate — Pr. di Canino.