Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/192

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i8o ferma con forza i cavalli per le redini, ha di piìi un occhio in mezzo dell’ ali: simbolo di celerità e di previdenza nell’ azione. Nel coperchio si vede colcata una figura tnuliehre ammantata, e riccamente adorna di be’ gioielli, che mantengono vestigi di doratura: tiene nella destra uno specchio fatto a libretto, e nella sinistra un pomo granato, frutto particolarmente sacro a Proserpina. Per cotesto simbolo la defunta, giovane di venticinque anni del grande casato dei Cecini, come porta la iscrizione ^ mostra essersi posta sotto la protezione della dea rei^ina dei morti. — Mu’ seo regio di Parigi.

TAV. evi.

Urna in alabastro di buono stile, il cui soggetto mostra aver correlazione col precedente. Un genio si frappone al colpo mortale che sta per iscagliare con ruota della quadriga infranta l’ uomo che porta cinea frigia, o sia l’ avversario del guerriero prostrato, incitatovi dall’ altro Genio con ali al capo, armato di gladio. Gli stessi due Genj, buono e malo, sono ripetuti nelle facce laterali dell’ urna. Racchiudeva le ceneri di due coniugi, efilgiati l’uno presso l’altro in riposo sopra origlieri: il vaso da libamenti vacuo, che l’uomo tiene in mano, vuol qui denotare, come altrove la patera, il sacrifizio debitamente offerto per la salute dell’anima dei sepolti. — Musco PioGlenienti no.