Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/213

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aoi propria del dillramho, nascevano espressioni inusale e ampollose, metafore ardite, Iraslali inviluppati, armonia o modulazione di voci che stordivano l’ i: dilore: tutto si riscontra benissimo nelle anzidette iscrizioni.

TAV. CXIX.

ì. Scena di copiracdia. — Antica pittura alta palmi 2. on. 4 5 larga palmi a. on. 3^ trovata a Pompeja nella casa detta della Fontana, presso a cjuella della Follonica.

Due principali attori mascherati si veggono in questa scena: l’ uno in atteggiamento grave, e con asta lunga in mano, ascolta il discorso dell’altro, che favellando s’inchina. Tre giovani senza maschera ascoltanti stanno indietro ai primi.

Questa medesima pittura è stala per avanti pubblicata nel Museo Borbonico Voi. iv. tav. xvni. Io la produco di nuovo lucidata sopra il disegno fattone dal Sig. Zanlh gih nel 1826, e dal medesimo lino d’allora donatomi. Parve al valente illustratore riconoscervi una scena del soldato millantatore di Plauto. A m.e sembra al contrario una scena osca burlesca del Maccus mileSj notissima favola ateliana: per la qual cosa s’ avrebbero in questo dipinto le maschere di quel famoso Macco e di Bucco, legittimi progenitori del Pulcinella e del Zanni. — Vedi Tom. n. p. 194- igS.

2. Bella maschera scenica in bronzo, già trovata in vicinanza di Cortona; oggidì nel museo di Leida.