Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/41

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vai marino come nell’altro quadro. Indi (2. 6.) una figura feminea con chioma prolissa, veste lunga e stretta al corpo, dove al dorso e sotto il ventre son collocate le pinne a guisa di pesce. Seguono appresso^ rivolti ad un’ altra impresa, due cacciatori arcieri in veste succinta: manca ivi ciò che compiva la scena figurata entro la cornice intorno.

Si può presumere che per figura d’allegoria la caccia qui rappresentata abbia correlazione alcuna col tema principale dei due principj, in cui sovrasta la facollk migliore. Il cinghiale selvaggio, considerato qual fiera nociva, si ripresenta spesso in monumenti figurati etruschi d’ ogni maniera ^7: assalito nell’

1 7 iII cingliiale o il porco, animale tenuto per impuro, immondo, nocente alle campagne e ai luoghi colti, ha una significanza notabile nell’antichità primitiva e religiosa. Un cinghiale, ministro di vendette divine, uccide Atti; mette in brani Adone; devasta la Lidia, le terre di Calidone, le selve di Erimanto ec. GH Egizj non immolavano il porco se non se alla Luna e ad Osiride, o sia il Bacco dei misteri ( Herodot. ii. 4? ). ’ Fenici e gli Ebrei non lo sacrificavano, né lo mangiavano mai: Io stesso facevano i preti della città santa nella Siria ( Lucia». De Dea Syr. 12). Né porco j né cinghiale immolavano i Galati di Pessinunte (Pausan. vii. 17): infine cotesto animale abominevole era vittima più specialmente atta ai sacrifizi di Cerere vendicatrice i beni suoi.

Prima Ceres avida; gavisa sanguine porcae Ulta suas merita caede nocentis opes.

OviD. Fast. 1. 349-58. j IV. 4 ’4E col medesimo intendimento il coltello vendicatore l’immolava a Silvano, ai Lari ec.