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98 Storia dei Mille narrata ai giovinetti

roso. I Comuni avranno cura dei figli, delle donne, dei vecchi che lascerete addietro! La Sicilia mostrerà ancora una volta al mondo, come un paese, con l’efficace volontà d’un intero popolo, sappia liberarsi dai suoi oppressori.»

Di questo proclama, affisso alle cantonate di Marsala, furono mandati esemplari alle città vicine, e lontano alle squadre che tenevano i monti. Bisognava che la gran voce andasse, e rinfiammasse la rivoluzione già quasi vinta.

I Marsalesi leggevano e cominciavano a comprendere, coloro che cinque giorni avanti non avevano osato insorgere al grido di Abele Damiani, loro concittadino, adesso pigliavano animo, seguisse poi ciò che potesse, perchè con quegli italiani c’erano pur Crispi, La Masa, Orsini, Palizzolo, Carini, tutti dei loro, proprio dell’isola, e tutti già celebri fin dal ’48. E poi avevano visto Lui, Garibaldi in persona. Se la colonna del generale Letizia, che il giorno avanti aveva fatta la sua comparsa minacciosa, e se n’era andata credendo di lasciarsi dietro tutto tranquillo, fosse anche rinvenuta; avrebbero avuto da far con Garibaldi, con quei suoi ufficiali facili a riconoscersi per uomini di guerra sul serio, con quella gente un po’ d’ogni età ma pratica d’armi e disciplinata, con loro infine e con la loro città che si sarebbe difesa.

Anche il popolino pigliava via via confidenza con quei forestieri. Nelle taverne, nelle botteghe dove essi entravano per rifocillarsi e provvedersi di qualche cosuccia necessaria, la gente faceva subito folla. E si tratteneva a sentirli parlare. Come erano buoni e cortesi! Le donne osservavano che molti portavano i capelli