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Pagina:Storia dei Mille.djvu/94

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80 Storia dei Mille narrata ai giovinetti

parole, cui si leggeva in viso, e certo lo aveva dentro, qualche profondo dolore. Pativa l’esilio dal 1849; era stato in Oriente, in Malta, in Piemonte; lasciava in Genova coi figliuoli la moglie, eroica donna messinese, che si era sentita il cuore di cucire per lui la camicia rossa, e di scendere alle porte di Genova, a dirgli addio, mentre egli passava per andar a Quarto ad imbarcarsi.

Luogotenente del Minutilli fu l’ingegnere Achille Argentino, uno dei liberati l’anno avanti dalle galere di Re Ferdinando, dei quali si è detto.

Formati così anche i piccoli corpi dell’Artiglieria e del Genio, gli uomini che vi appartenevano andarono a piantar sul Piemonte un piccolo laboratorio. E subito, e i giorni dipoi, pur non avendo strumenti, fabbricarono scatole di mitraglia con ogni sorta di rottami e di lamiere di ferro rinvenute nelle stive dei due vapori. Con le lenzuola di bordo fecero sacchetti per le cariche da cannone, e fabbricarono cartucce da fucile, metà delle quali passarono sul Lombardo.


La diversione.1


Tutto dunque cominciava ad andare per bene: solo sembrava strano che la spedizione continuasse a stare a perdere un tempo prezioso.

Ma nel pomeriggio dell’8 corse vagamente la voce che Garibaldi avesse deliberato di gettarsi nel Pontificio,

  1. Sulla diversione di Talamone verrà presto pubblicato uno studio politico militare del generale Pittaluga, che fece parte del drappello Zambianchi.