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CAPO II.

Di un Langobardo, che volea uccidere il beato Ospizio.

Partiti che furono i monaci, ecco l’esercito dei Langobardi, che ogni cosa mettendo a sacco giunse anco al luogo dove il Santo stavasi ritirato: ed egli dalla finestra della torre mostrossi ai soldati: i quali girando all’intorno della torre stessa in cerca d’una porta per entrarvi dentro, nè potendola trovare, due di loro aggrappatisi fino al tetto, lo discopersero: e vedendo quell’uomo cinto di catene, e vestito di cilicio dicono: Costui è un malfattore che per aver ammazzato qualcheduno è ritenuto legato con queste catene. Onde chiamato un interprete1, lo interrogano quale delitto abbia commesso per essere tormentato con tale supplizio. Ma quegli medesimo confessò d’essere omicida, e reo di ogni genere di misfatti. Allora avendo un di loro sguainata la spada per troncargli la testa, la sua de-

  1. Il nostro testo: vocatoque interprete. Altri vocatumque in partem interrogant. Questa lezione sembra più chiara, per quel che segue nella narrazione.