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libro iii. capo vii. | 125 |
di loro restarono morti sul campo: e degli Suevi perirono solo quattrocento ottanta, rimanendo gli altri padroni della vittoria1. Se non che seimila Sassoni, i quali sopravvissero a quella strage, fecero voto di non recidersi mai più barba, nè crine2, se degl’inimici Suevi non si fossero vendicati. Laonde questi tornando nuovamente a battaglia furon disfatti, e così la guerra finì.
CAPO VIII.
Come i tre duchi Langobardi, Amone, Zabano e Rodano furono vinti da Mummulo.
Dopo questi fatti, tre duchi Langobardi,[A. D. 576.] cioè Amone, Zabano e Rodano assaliron le Gallie. Ed Amone prendendo la Ebredunense s’innoltrò fino a Macone3; il qual luo-
- ↑ Per l’uno e l’altro di questi fatti si comprova che è grande imprudenza il ridurre gli uomini all’estrema disperazione.
- ↑ Questo voto era comune ai Germani, dai quali lo hanno preso i Catti: aliis Germanis usurpatum, rara et privata cujusque audentia, apud Cattos in consensum vertit, crinem barbamque submittere, nec nisi hoste caeso exuere votivum obligatumque virtuti oris habitum. Tacit. ibid. 30.
- ↑ Il nostro testo Machovillam. Altri Machone. Ora Macon.