Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 1.djvu/142

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libro iii. capo viii. 127

passo pei tramiti delle selve, sbucò fuori presso Zabano, che allora assediava la città di Valenza, e gli narrò tutti i disastri avvenuti. Quindi unitisi insieme s’innoltrarono, tutto mettendo a sacco, fino alla città Ebredunense: ma ecco Mummulo con un esercito innumerevole vien loro incontro, ed appiccatasi la battaglia, restano costoro sconfitti. Allora Zabano e Rodano rivoltisi verso l’Italia giunsero a Segusio1. La qual città, Sisiunio allora maestro dei soldati, teneva a nome dell’imperatore. Onde a costui giunse un famigliare di Mummulo con lettere scrittegli dallo stesso, dicendo esser egli per arrivare fra poco2. Il che saputosi da Zabano e da Rodano, partirono sollecitamente verso i proprj paesi. Amone poi venuto a cognizione di questi fatti, radunò tutte le rapite spoglie, e s’incamminò per l’Italia, ma ostandovi le nevi, dovette abbandonare la più gran parte della sua preda; e appena potè co’ suoi sbu-

  1. Susa.
  2. Il testo: ad quem puer Mummulus adveniens, literas ei directas a Mummulo porrexit, eumque citius adventare dixit. Altri: ad quem puer a Mumamulo missus literas pertulit, Mummulum adventare significantes. La qual lezione è più naturale.