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136 dei fatti de’ langobardi

gli andò prima a far visita ai luoghi santi, poi, chiamato a se il pontefice della città, fece il suo ingresso nel palazzo, accompagnato dai consoli e dai prefetti, vestito di porpora, coronato di diadema; e sedutosi sul trono imperiale con immensi applausi fu confermato nella gloria del regno. La qual cosa udita da’ suoi avversarj, e nulla potendo nuocere a lui, che avea in Dio riposta la sua speranza, furono essi coperti di vergogna e di confusione. Onde passati pochi giorni sen venne Giustiniano, e si prostró a’ piedi dell’imperatore, offerendogli, per ottener grazia, quindici centinaja d’oro. Ed egli secondo il costume di sua clemenza lo accolse, o lo fece suo assistente di palazzo1. Ma l’imperatrice Sofia, obbliando la promessa, che altra volta avea fatto a Tiberio, macchinò un’insidia contro di esso. Onde mentre si partia per ricrearsi nei trenta giorni della vendemmia, giusta l’usanza imperiale2, ella chiamato segretamente Giusti-

  1. Il testo: ubi palatio adsistere jussit.
  2. Dell’uso delle ferie al tempo della vendemmia, si parla da quelli che scrissero le vite degl’imperatori. Queste ferie poi facevansi non solamente al tempo della vendemmia, ma ancora a quello della raccolta delle messi, cioè nel luglio. Nel codice Teodosiano lib. 2. così leggesi a tale proposito: Omnes