Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 1.djvu/158

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libro iii. capo xvi. 143

Langobardi non vi fossero violenze, nè si macchinassero frodi di sorte. Non v’era chi ingiustamente angariasse1 o spogliasse alcuno: non eranvi furti, non rapine, talmentechè ciascheduno sicuro e tranquillo andava liberamente dovunque voleva2.


CAPO XVII.

Dell’ingresso di Childeberto in Italia, e della partenza di lui dopo la pace.

In quel tempo Maurizio imperatore mandò per mezzo d’uno de’ suoi ambasciadori cinquantamila danari3 a Childeberto re de’ Franchi, affinchè piombasse col suo eserci-

  1. Angariare vale impor pesi o tributi alle persone o ai terreni; da angaria. Vedi nel Dufresne i tanti esempi dell’uso di questa voce, che ora è comune ai nostri italiani dialetti.
  2. È questa quella bonaccia che suol quasi sempre succedere alle tempeste politiche. La storia ci dimostra di continuo, che anco i distruttori delle nazioni si saziano del sangue, e si stancano delle stragi e delle violenze. È naturale che da uno stato di avidità e di ferocia, cessati che siano gli ostacoli alla soddisfazione di queste passioni, cerchi l’animo umano di comporsi alla quiete. Se a ciò avesse pensato il Card. Baronio, anzichè chiamar l’elogio fatto da Paolo ai Longobardi una adulazione e una falsa lode, avrebbe trovato motivo di giudicar sincera la sua narrazione.
  3. Solidos. Intorno al diverso valore di questi de-