Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 1.djvu/178

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libro iii. capo xxx. 163

di salutarla per nostra regina, se ciò piace alla potestà vostra, vorremmo ricevere dalla sua mano un bicchiere di vino, siccome a noi ella sarà per fare in appresso. Onde il re a ciò avendo annuito, ella, preso un bicchiere di vino, lo porse prima a colui, che di tutti sembrava l’anziano. Indi, avendone porto ad Autari, ch’ella ignorava essere lo sposo suo, da poi che quegli bebbe, nel renderle il nappo furtivamente con un dito le toccò la mano, e nell’atto stesso fece si che la destra di essa dalla fronte di lui passasse a toccargli il naso e la faccia. Ond’ella di questo arrossando raccontollo alla sua nutrice. E la nutrice rispose: Se costui non fosse il re che deve esser tuo sposo, non avrebbe certamente avuto l’ardir di toccarti. Ma intanto taciamo; che non venga a saperlo tuo padre. Per vero dire egli è un personaggio degno di possedere un regno e di divenir tuo marito. Era allora Autari nel fiore dell’età giovanile, di debitamente proporzionata statura, sparso di bionda zazzera1 e di assai bella presenza. Costoro, preso il commiato dal re, s’incamminano verso la patria, e si allontanano presta-

  1. Il nostro testo: candido crine perfusus. Altri flava caesarie.