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portata vittoria, cominciò a ricercare ai suoi chi fosse quel personaggio, ch’egli avea veduto cotanto valorosamente combattere in quella pugna. Al quale i suoi avendo risposto di non aver veduto alcun altro più gagliardo di lui medesimo, ei disse loro: Certo, io quivi ho veduto un altro in tutto e per tutto migliore di me, il quale ogni volta che un nemico mi voleva ferire, sempre, quel valoroso, mi difendeva col proprio scudo. Indi lo stesso duca essendo venuto a Spoleti, dove è posta la basilica del beato Sabino martire, e dove riposa il corpo venerabile dello stesso santo, domandò: Di chi è questa sì grande magione? E i fedeli risposero, che ivi riposava il martire Sabino, del quale i cristiani invocavan l’ajuto tutte le volte che andavano in guerra contro i loro nemici. Allora Ariulfo, che era ancora pagano, rispose: Come mai un morto può dare alcun ajuto ad un vivo? Ciò detto, smontò da cavallo ed entrò a veder quella chiesa. E mentre che gli altri faceano orazione, egli andava osservando le pitture della detta basilica: quando imbattutosi cogli occhi sulla dipinta immagine del beato martire Sabino, un istante dopo proruppe protestando e giurando, esser quello l’aspet-