Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 1.djvu/274

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libro iv. capo lii. 259

gio del tutto privato. A cui i legati replicarono, dicendo: Se piace alla vostra maestà1, noi bramiamo veder la donna di cui voi favellate. Ed ella, per comando dell’imperatore, essendo comparsa, appena essi la videro si prostrarono tosto a’ suoi piedi, e ciò che il marito suo domandava le fecero intendere. E la regina: Andate ad annunziare al vostro re e signore, che se come io ho creduto, anch’egli non crederà in Cristo, non potrà mai più avermi in consorte del proprio letto. Che più? Ritornati gli ambasciatori alla patria, annunziano al re tutto quello che avevano inteso. Ed egli, senza punto indugiare, andò pacificamente con sessanta mila uomini all’imperatore di Costantinopoli, da cui graziosamente ed onorevolmente fu accolto. Ivi facendo professione con tutto il suo seguito della fede di Cristo Signore, e parimente con tutti lavato coll’onda del santo battesimo, е dall’imperatore alzato dal sacro fonte, fu confermato nella cattolica fede. Indi di molti doni da Augusto onorato, riacquistata la sua consorte, lieto e felice restituissi alla patria2. Intor-

  1. L’originale conspectui.
  2. Tutti i critici e i cronologisti mettono questa storiella nel numero delle favole.