Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 2.djvu/196

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lo per l’Italia, ma per la Francia e per altri regni della terra; ed arrivò a tal fama di vita esemplare e perfetta, che il santo vescovo di Napoli Stefano gl’inviò alcuni chierici a monte Casino, acciocchè da lui acquistassero la cognizione delle scienze sacre e dei libri ecclesiastici, per istruzione e norma del vivere chiericale santo e perfetto1.

In questo sacro ritiro, comunque Paolo dato si fosse allo spirito ed all’esercizio della perfezione, non perdette di mira i passati suoi studj; anzi operò che questi gli servissero per sollevare lo spirito di mezzo alle assidue occupazioni del religioso suo stato. Perciò s’accinse a scrivere la storia de’ suoi Longobardi, o ad istanza dei principi di Benevento, oppure per secondare la propria inclinazione, e l’amore innato pe' suoi, o per la gloria della sua nazione. Quivi scrisse la vita di papa Gregorio il grande, ed un’Omelia aggiunse alle quarantanove di Beda: e probabilmente dettò la storia dei vescovi di Pavia: comentò ed illustrò per comandamento dell’abate Teodemaro la regola fatta a’ suoi monaci dal santo lor Patriarca; cele-

  1. Giovanni diacono nella Cronaca dei vescovi Napoletani tom. I. part. II. pag. 312.