Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 2.djvu/24

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libro v. capo ii. 5

dando nella tua clemenza, sono venuto a’ tuoi piedi. Cui il re, giurando come era solito, così gli riconfermò la promessa: Per quello che mi ha fatto nascere, dappoichè tu vieni a commetterti alla mia fede, non sarai molestato da alcuno; anzi io per te provvederò in modo che tu possa vivere onestamente. E subito fattogli allestire in vasto palagio l’alloggiamento, lo invitò a riposarsi dalle fatiche della vita, ordinando, che del pubblico gli fosse abbondantemente somministrato il vitto, ed ogn’altra cosa che potesse essergli necessaria. Ora andando Bertarido all’alloggiamento dal re fattogli apparecchiare, incontanente cominciarono ad accorrere in folla dintorno a lui le turbe dei cittadini Ticinensi o per vederlo, o a motivo della primiera ricordanza di sua conoscenza, per salutarlo. Ma che non può mai avvelenare una perfida lingua?1 Immediatamente corsero al re alcuni adulatori maligni, denunziandogli, che se non facesse senza indugio ammazzar Bertarido, egli stesso

  1. Il testo: quid non mala lingua irrumpere potest? La versione rendendo un po’ più viva l’immagine, în nulla non altera il senso.