Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 2.djvu/27

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8 dei fatti de’ langobardi

rido si dava alla fuga, egli quanto potesse più a lungo, desse ad intendere che riposava nella sua camera1. Ed avendo questi promesso di farlo, Unulfo pose intorno alle spalle ed alla testa di Bertarido i lenzuoli del letto, una coltre ed una pelle d'orso, e poi a bello studio, come fosse un rustico villanzone cominciò a cacciarlo fuori, e caricandolo d’ingiurie, lo batteva al di dietro con un bastone, finchè a forza di spintoni e di battiture lo fece stramazzare per terra. La qual cosa vedendo i satelliti del re, che ivi stavano a guardia, ed avendo domandato ad Unulfo che fosse: Codesto mascalzone (rispose) mi avea apparecchiato il letto nella camera di quell’ubbriaco di Bertarido, il quale è talmente pieno di vino, che dorme in guisa che sembra un morto. Ma basti che fin qui io abbia seguito la sua balordaggine, poichè d’ora in poi, per la vita del re no-

  1. I testi a questo luogo sono tutti imbarazzati da una barbara sintassi. Ecco come si esprime il nostro, che pure è riputato il migliore: Cumque coena finita esset, et egressis omnibus, Bertaridus tantum et Hunulfus, ac vestiarius Bertaridi remansi essent, qui utique ei satis erant fideles, consilium ei aperuit, et obsecravit eum, ut Bertaridus fugeret, ipse eum quamdiu posset intra ejusdem cubiculum quiescere simularet. Nella traduzione si è sviluppato il pensiero ravvolto fra queste ambagi.